Comunità Semiresidenziale "Anthea"
La comunità diurna Anthea è situata al secondo ed ultimo piano di una palazzina in via San Marco 262, Padova nel cuore del quartiere Ponte Di Brenta. Dalla comunità è possibile raggiungere il centro città attraverso la rete di trasporti pubblici e diverse piste ciclabili. La struttura è facilmente raggiungibile utilizzando i mezzi pubblici. Il territorio circostante offre diversi servizi: scuole di zona, presidi sanitari ed ospedalieri, associazioni sportive, oratori e centri ludico-aggregativi.
La struttura è operativa dal lunedì al sabato dalle 13 alle 20.00 durante il periodo scolastico. Nel periodo estivo dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 20.00. La struttura può rendersi disponibile ad allargare il proprio orario di apertura alla mattina e alla sera per permettere attività straordinarie a favore dei minori o della loro famiglia (colloqui, programmi scolastici personalizzati, casi di urgenza educativa, etc), su richiesta del servizio sociale è disponibile anche il servizio di accompagnamento da e per la struttura (servizio extra rispetto alla retta ordinaria)
TIPOLOGIA DI UTENZA
La comunità diurna Anthea si propone come struttura a carattere residenziale organizzata per accogliere ospiti minorenni con un’età compresa tra i 6 e i 18 anni.
La struttura si propone, come obbiettivo primario, il recupero e la tutela di ragazzi provenienti da varie situazioni di disagio psicologico, familiare o sociale, al fine di creare un progetto educativo personalizzato con obbiettivi da perseguire condivisi, non solo dal minore ma anche dalla famiglia (laddove possibile) e dal Servizio Inviante.
La tipologia contempla, perciò, vari tipi utenza, tra cui:
• minori coinvolti in situazioni di disagio psico-relazionale o che gestiscono la propria
esistenza in condizione di grave isolamento;
• minori provenienti da un ambiente familiare con gravi difficoltà o incapace di gestire
le responsabilità genitoriali;
• minori provenienti da altre Comunità;
• minori segnalati dal Tribunale per Minorenni;
• minori coinvolti in gruppi di pari a rischio;
Pertanto, l’impostazione generale della Comunità è orientata:
- alla valorizzazione le potenzialità positive di ciascun ragazzo;
- fare acquisire spazi di autonomia da gestire con senso di responsabilità individuale;
- all’ampliamento della capacità di gestire relazioni positive;
- realizzare una integrazione positiva fra la comunità e le risorse del territorio.
EROGAZIONE ATTIVITÀ SOCIO EDUCATIVE
La comunità Anthea, con la sua Equipe, opera e cerca di offrire ai propri ospiti un ambiente di confronto e crescita che dia anche la possibilità di trovare figure adulte significative con le quali identificarsi. Il dialogo con gli operatori, il confronto con gli altri ospiti, gli incontri formativi e culturali, la costruzione e comprensione delle regole di convivenza, i laboratori esperienziali, le uscite di gruppo e le attività esterne, l’educazione allo studio e la formazione al lavoro sono solo alcune delle metodologie messe in atto dall’equipe all’interno del programma educativo contempla un percorso evolutivo basato anche su:
- Conoscenza di sé stessi, costruzione o rinforzo di ideali, principi, valori e interessi moralmente e socialmente validi;
- Accettazione della propria persona e delle proprie risorse/limiti, associata anche all’accettazione del proprio corpo e del delicato cambiamento non solo fisico;
- Costruzione di rapporti sani, corretti e anche critici con le figure adulte;
- Implemento delle capacità di relazione con i coetanei;
- Elaborazione ed accettazione del proprio vissuto familiare e dei propri traumi personali;
- Sviluppo della creatività come risorsa indispensabile per il superamento di ostacoli ed espressione del proprio sé;
Strumenti precisi per l’attuazione del programma educativo sono:
_ LABORATORI MANUALI: volti ad implementare la manualità, spesso mai acquisita, con materiali diversi attraverso cui imparare ad esprimersi in modo alternativo, creare, socializzare, stabilire un obbiettivo e raggiungerlo col tempo (progettualità), ecc.
_ CINEFORUM/TEATRO: momenti di apprendimento a più livelli in cui, attraverso la visione di film, foto, video, interpretazione di copioni teatrali e utilizzo di burattini, ecc. sì stimolano riflessioni riguardanti sia la sfera personale sia quella sociale e le relazioni tra le parti su tematiche come: le differenze culturali e religiose, il razzismo, le problematiche della società, le malattie, ecc.
_ USCITE DIDATTICHE O RICREATIVE: forniscono l’opportunità di osservare e conoscere il territorio, rilassarsi o imparare in maniera attiva, divertirsi o arricchire le proprie conoscenze, vedere, udire, sentire, ecc....
_ COLLOQUIO PERSONALE: svolto insieme all’educatore tutor, al responsabile o allo psicologo è momento di riflessione e confronto sulle problematiche individuali. Ha una valenza soprattutto di supporto ma non esclude, a seconda delle necessità e delle capacità soggettive, anche un percorso più introiettivo.
_ RIUNIONI DI GRUPPO: condotte dalle figure educative come momento di confronto e dialogo per favorire la comunicazione e la convivenza tra pari.
_ PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO: è la colonna portante della vita del minore all’interno della Comunità. Viene definito durante i primi due mesi dall’inserimento e conseguentemente ad un’attenta osservazione dell’equipe rivolta principalmente a valutare il disagio o disturbo del soggetto, i suoi vissuti, le modalità di relazione, ecc.
Il PEI viene quindi definito all’interno della Comunità, ma in stretto rapporto con il Servizio Inviante (in base ai tempi di permanenza previsti da quest’ultimo) e descrive obbiettivi e strumenti volti a:
- Comprendere l’esperienza che si vive all’interno della comunità mirata ad assicurare una situazione familiare stabile e serena in una prospettiva evolutiva (anche associata ad un supporto morale e psicologico negli eventuali percorsi
giudiziari);
- Curare l’integrazione nel nuovo contesto sociale aiutando a strutturare relazioni positive con i compagni e gli adulti;
- Sollecitare e implementare le autonomie e la capacità di auto-gestirsi in un ambiente comune;
- Supportare l’integrazione scolastica, sociale, formativa e lavorativa;
- Comprendere e gestire il rapporto e le dinamiche familiari (anche a seconda delle disposizioni del Servizio o del TM);
- Percepire il sostegno per la propria realizzazione;
- Rispettare gli altri nelle loro diverse espressioni (culturali, religiose, ecc..); -
- Riconoscere e modificare i comportamenti disadattivi; - Ecc.
Il PEI è soggetto a verifiche periodiche (almeno semestrali) di cui vengono informati anche i Servizi e può essere modificato in itinere attraverso l’uso di feedback (prevede la formulazione anche scritta di piccoli “contratti” con il minore che evidenzino l’individualità del percorso, le proprie responsabilità, ecc.).
Dove è possibile la comunità chiede il coinvolgimento della famiglia del minore nel suo progetto e con essa vuole effettuare degli interventi mirati alla comprensione ed elaborazione del disagio sorto nel suo interno tramite l’ausilio di
strumenti come il colloquio con i genitori, l’osservazione degli incontri, la mediazione.
Il Programma è suddiviso in tre fasi di massima, questo allo scopo di permettere ai ragazzi di percepire le tappe e l’evoluzione del proprio percorso e valutarne adeguatamente la progressione.
Ad ogni fase corrisponde un significato ed un tempo particolari (anche a seconda del progetto generale previsto dai Servizi) che rimangono comunque indicativi poiché, è chiaro, ogni persona è diversa dall’altra ed ha specifiche esigenze, possibilità e storie.